Il contatto con la natura fa bene ai bambini e se segui il nostro blog lo sai molto bene, infatti ne abbiamo parlato qui e anche qui.

Forse, però, potresti non conoscere le scuole all’aperto, dei modelli didattici che hanno basato la loro intera organizzazione su questo principio.

Le scuole nella foresta del Nord Europa

Quello delle scuole all’aperto sembra un concetto estremamente innovativo, soprattutto per la grande attenzione al tema ambientale degli ultimi anni. In realtà, in Danimarca, le scuole nella foresta sono un format didattico consolidato, grazie a 700 istituti sparsi sul territorio nazionale, il primo dei quali è stato fondato nel 1952 a Søllerød.

In quell’occasione l’insegnante Ella Flatau si era inventata una “materna itinerante” grazie alla quale faceva lezione ai bambini direttamente nella foresta. Praticamente priva di infrastrutture, questa scuola permetteva accoglieva un grande numero di studenti, facendoli vivere il più possibile all’aria aperta.

Grazie a numerosi studi, come quelli del biologo svedese Patrik Grahn, è poi emerso come il contatto quotidiano con la natura abbia numerosi benefici sulla salute dei bambini: sono meno soggetti a contrarre malattie, più socievoli e portati a lavorare in gruppo, oltre a beneficiare di una maggiore concentrazione. Inoltre, hanno meno paura di sbagliare rispetto ai coetanei poiché sperimentano di più e si abituano a prendere decisioni per risolvere situazioni problemi pratici.

Il modello educativo delle scuole all’aperto

Attività collaborative, libertà di espressione e movimento sono i capisaldi del modello delle scuole all’aperto. I bambini vengono così guidati nello sviluppo personale e sociale, con una particolare attenzione all’espressione artistica e alla sensibilizzazione verso il concetto di comunità.

Stando a contatto con la natura, i più piccoli imparano anche ad apprezzarla e conoscerla, sviluppando quei valori di coscienza ambientale che li accompagneranno durante la crescita e l’età adulta.

Molte delle scuole nella foresta si trovano in zone di campagna, collegate ogni giorno ai centri urbani da apposite navette, ma numerosi sono anche gli esempi cittadini o quelli dove si fa lezione su vere e proprie roulotte che attraversano diversi quartieri.

Scuole all’aperto in Italia

Partendo dal Nord Europa il modello delle scuole all’aperto si è poi velocemente espanso in tutto il mondo. Paesi come la Germania contano oggi più di duemila istituti di questo genere, mentre nel 2008 ha aperto la prima scuola nella foresta della Corea del Sud.

Nel 2013 è nata a Roma la pioniera delle scuole materne all’aperto italiane, chiamata l’Asilo nel bosco,un apripista per le circa 70 realtà presenti oggi sul nostro territorio nazionale. Raggruppate nella rete nazionale “Scuole all’aperto” favoriscono il contatto quotidiano con la natura grazie alla presenza di orti, piccole aziende agricole con animali e ludoteche rurali.

Se la tua scuola dispone di uno spazio all’aperto e vuoi scoprire come renderlo più attivo per coinvolgere gli studenti in attività esterne, contattaci e ti aiuteremo a valorizzarlo con l’erba sintetica!

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Un recente studio di Eirini Flouri, ricercatrice dell’University College di Londra, ha evidenziato come il contesto ambientale sia fondamentale per lo sviluppo della memoria dei bambini.

Affacciandosi verso una tematica oggi sotto ai riflettori, il paper di ricerca mette in luce come, la presenza di natura ed elementi verdi nelle città sia di fondamentale importanza, agendo sullo sviluppo delle nostre capacità cognitive fin dalla più tenera età.
 

L’impatto del verde sulla memoria dei bambini

Lo studio pubblicato pochi mesi fa sul British Journal of Educational Psychology, è stato condotto su un campione di cinquemila bambini inglesi, con un’età massima di 11 anni, residenti all’interno di aree urbane.

L’attenta ricerca ha evidenziato come, minore fosse la quantità di spazio verde a disposizione nei quartieri frequentati dai bambini, peggiore fosse la prestazione della memoria spaziale.

Spazi verdi urbani e capacità di orientarsi nello spazio, risultano così strettamente correlati.

La memoria spaziale, infatti, è fortemente connessa al nostro controllo dell’attenzione, che ci permette di acquisire informazioni su ciò che ci circonda, oltre a farci orientare nello spazio.

La capacità di memoria è legata alla quantità di verde a disposizione nel quartiere di residenza

I ricercatori hanno confermato la loro ipotesi iniziale: quella che la capacità di memoria fosse legata positivamente alla quantità di spazio verde con cui i bambini entrano in contatto quotidianamente. Questo perché i quartieri verdi urbani dispongono di ampie aree dove i più piccoli possono esplorare l’ambiente esterno. Inoltre, il verde attira l’attenzione dei piccoli dal basso verso l’alto, favorendo la concentrazione a seguito del contatto diretto con la natura.

“I risultati evidenziano un ruolo positivo del verde nel funzionamento cognitivo. La memoria spaziale è fortemente correlata con il rendimento scolastico, soprattutto con le abilità matematiche“, commenta la ricercatrice Flouri. “Questi risultati possono essere utilizzati per riqualificare la pianificazione urbana e l’istruzione”.

La pubblicazione rappresenta la conferma dei risultati già evidenziati da uno studio pubblicato su Environmental Health Perspectives, in cui l’Hospital Del Mar e la UCLA Fielding School of Public Health hanno osservato la conformazione celebrale dei bambini cresciuti in quartieri verdi, evidenziando i picchi di volume di materia bianca e grigia come le cause della migliore memoria di lavoro e di una minore disattenzione.

L’associazione tra verde cittadino e memoria di lavoro spaziale dei più piccoli, apre uno scenario positivo nel dibattito già aperto sul ruolo della natura nel contesto urbano, sensibilizzando ancora di più l’opinione pubblica e le istituzioni sugli interventi da attuare nel breve e medio periodo.

Riqualificare le città con il verde sintetico

Un ottimo compromesso per rendere le nostre città più verdi senza incorrere in ingenti costi di manutenzione e di irrigazione, è quello di riqualificare l’arredo urbano con il verde sintetico.

L’erbetta finta, infatti, è completamente atossica, e favorisce il drenaggio dell’acqua del terreno, senza sprecare preziose risorse idriche.

Per approfondire, qui lo studio completo dal titolo “The role of neighbourhood greenspace in children’s spatial working memory” di Eirini Flouri

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