Abitare il giardino
I community garden: cosa sono i giardini condivisi in città
Giardini e piccoli orti che diventano simbolo di aggregazione e vicinanza tra le persone. Sono i community garden, nati negli anni ’70 a New York
Fare comunità è un processo naturale in tutti i sensi, soprattutto quando a favorirlo ci pensano i community garden.
Si tratta di veri e propri giardini condivisi che si sono diffusi per la prima volta negli anni ‘70 a New York: in cima ai grattacieli o nelle aree condominiali, queste aree verdi permettevano l’incontro tra persone felici di cimentarsi nella cura di differenti esemplari di piante e fiori.
Che cosa sono i community garden
I community garden sono dei punti di aggregazione di cittadini con interessi e obiettivi comuni. Un luogo di incontro dove spesso sono completi sconosciuti a collaborare insieme per condividere la medesima passione e sensibilità nella salvaguardia della natura in città.
Visto il loro forte impatto sociale, i community garden si sono presto diffusi in tutto il mondo e anche in Italia: in città grandi come Roma e Milano si sono svolte importanti iniziative a sostegno di questa nuova idea di giardinaggio sociale.
I giardini condivisi fanno tendenza nelle grandi città
I giardini condivisi o community garden sono quindi degli appezzamenti di terreno, pubblico o privato, messi a disposizione della comunità per essere coltivati e curati da chiunque lo desideri. A essere piantumate sono numerose varietà di arbusti e fiori –dai più rigogliosi alle piante grasse – e addirittura alberi da frutto e ortaggi.
Nella categoria dei community garden si inseriscono anche gli orti urbani collettivi dove, chi sposa la causa del progetto, si occupa insieme ad altre persone di tutte le fasi della loro messa a punto: dalla progettazione alla semina, dall’irrigazione periodica fino alle diverse fasi della raccolta.
Quali sono i lati positivi dei community garden?
I vantaggi per le persone sono innanzitutto fisici poiché svolgere attività di giardinaggio presuppone un certo dinamismo che di riflesso porta anche benefici a livello mentale. Sono ben note, infatti, le proprietà rilassanti che derivano dal contatto o dalla sola vicinanza con la natura.
Aderire a un progetto così immersivo e coinvolgente come il community garden determina un costante impegno nei riguardi della comunità, che porta a condividere tempo e spazio con altre persone: ciò si traduce in conoscenza, interazione, scoperta e collaborazione. La natura darà presto i suoi frutti –grazie al lavoro sinergico di tantissime persone.
I community garden come progetti sostenibili
I community garden sono iniziative sostenibili per la città poiché rappresentano delle aree verdi curate che riqualificano in modo piacevole il quartiere.
Inoltre, se adibiti a orto urbano, possono anche rivelarsi un valido mezzo per ottenere dei prodotti alimentari da consumare a casa. I vantaggi riguardano anche l’assetto alimentare. Chi coltiva gli ortaggi e ne segue la crescita saprà bene, un domani, cosa starà mangiando: materie prime esenti dall’utilizzo di qualsiasi fertilizzante e pesticida dannoso per i prodotti stessi.
Questi plus sono apprezzati anche dal mondo della ristorazione. Sono molti i locali che scelgono di approvvigionarsi da questi orti autogestiti, grazie alla tracciabilità dei prodotti totalmente biologici.
Chi si occupa dei community garden?
I community garden rappresentano delle realtà di quartiere che rafforzano le comunità grazie all’impegno da parte di tutti: dai più grandi ai più piccoli, sono diverse le fasce di età che si appassionano a queste iniziative apportando il proprio contributo.
Una bellissima pratica sempre più diffusa nelle principali aree urbane che si dimostra utile a contrastare l’inquinamento delle grandi città.
Se vuoi rendere sempre verdi i camminamenti del tuo community garden e non doverti preoccupare di irrigazione e taglio dell’erba, scegli un manto sintetico d’arredo come questi
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Design Week 2019, 7 installazioni da non perdere
Dall’8 al 14 aprile torna il Fuorisalone di Milano, ecco le installazioni imperdibili!
La Design Week è l’evento milanese più atteso, grazie al quale le strade della città si riempiono di centinaia di migliaia di visitatori.
Alla Fiera di Rho si trovano i brand di arredo più blasonati, con stand allestiti per mostrare al grande pubblico le novità dell’anno, mentre il Fuorisalone invade letteralmente il centro città, grazie a mostre, eventi e installazioni aperte a tutti.
Tra tutte le iniziative organizzate durante la settimana, è facile perdersi i più significativi. Per questo motivo abbiamo raccolto un piccolo elenco delle 7 installazioni imperdibili per chi, come noi, è amante del verde, dell’outdoor e degli spazi urbani:
1.Interni Human Spaces, Università Statale di Milano, via Festa del Perdono 7
Tappa fissa del Fuorisalone, da anni le corti e i loggiati dell’Università Statale sono tra i punti di riferimento per gli appassionati di Design. Sculture fuori scala, percorsi esperienziali e giochi di luce animano infatti la location dalle prime ore del mattino fino alla mezzanotte. Quest’anno da non perdere la monumentale “Foresta dei Violini”, un’installazione a cura dello studio Piuarch, dedicata alla centenaria foresta recentemente distrutta dal maltempo.
2.L.U.C.E. Pubblica, via Festa del Perdono 7
Un’altra tappa all’interno dei cortili dell’Università Statale, è l’installazione di Regione Umbria, un percorso attraverso cinque grandi volumi in vetroresina trasparente. Progettati come elementi di illuminazione pubblica, integrano particolari anatomici ispirati alle opere di Michelangelo. Un’installazione imperdibile firmata da Marco Williams Fagioli, vincitore del Compasso d’Oro ADI 2016.
3.PRATOFIORITO, Piazza XXV Aprile
Eataly Smeraldo porta anche quest’anno il verde in città con PRATOFIORITO, un giardino urbano progettato dall’architetto Davide Fabio Colaci insieme agli studenti del Politecnico di Milano, con il contributo del paesaggista Dario Valenti. Promotore della biodiversità all’interno della città, ospiterà un programma di workshop e attività aperti al pubblico, dal titolo “Bee the future” per sensibilizzare sull’importanza della riforestazione.
4.Casello Giallo, via Savona 5/A
Un piccolo angolo verde nascosto tra le vie del Tortona Design District, il Casello Giallo rappresenta una vera e propria oasi dove concedersi un momento di pausa dalla frenesia degli eventi del Fuorisalone. Con vista sui binari dell’antica stazione di Porta Genova, questo giardino segreto ospiterà performance e un punto di ristoro con street food, birre e cocktail, da gustare mentre si osservano sessioni di live painting.
5.De Rerum Natura, Cascina Cuccagna, via Muratori 2/4
Per chi non conosce Cascina Cuccagna, il Fuorisalone è il momento giusto per scoprire un’altra piccola oasi metropolitana immersa nel verde. Per la Design Week, lo studio di Design di Matteo Ragni ha progettato “Rinascimento” che ospita la mostra di approfondimento culturale “Design Collisions – the power of collective ideas” a cura di Laura Traldi.
6.Connect, Via Cesare Correnti 14
L’installazione di Kiki Van Eijk e Joost Van Bleiswijk vuole sensibilizzare sulla mancanza di empatia del nostro tempo. Attraverso una riflessione sul collegamento tra natura e persone, creatività ed espressioni fisiche, i designer trasformano un disegno in un processo di creazione di prototipi, per sporcarsi le mani con materiali e colori.
7.New Energy Organism, Via Savona 52
Nell’ambito del progetto “Respirare bene per vivere meglio”, la mostra ospiterà le soluzioni di interior design più all’avanguardia per la purificazione di acqua e aria. Su prenotazione, sarà inoltre possibile prendere a parte a sessioni di Rieducazione al Respiro.